Edipus

Venerdì 3 novembre ore 21.00 | Teatro Metropolitano RC

di Giovanni Testori
Con Silvio Barbiero
Produzione MareAltoTeatro
costumi Lauretta Salvagnin
scenografia Alberto Nonnato
Durata: 90 minuti – atto unico
Anno di produzione: 2022

Un non più giovane capocomico, abbandonato dalla sua compagnia, torna in scena, animato da una scialba rabbia, per mettere in scena una sua scabrossisima versione del testo di Sofocle. Ne verrà fuori una divertente e rivoluzionaria interpretazione del mito e del suo insegnamento. Il testo è una profonda attestazione d’amore di Giovanni Testori verso il Teatro e la sua natura biforme tra arte e artigianato, scritto in una lingua magmatica di sua invenzione, una fragrante commistione di poesia e materia. Giovanni Testori rappresenta perfettamente quella figura di intellettuale scomodo e al tempo stesso in continua relazione con la società. Un autore la cui pressoché assoluta assenza in questi tempi oscuri ed efficace mente oscuranti, ce ne segnala l’imprescindibile necessità. Edipus è un testo incandescente ma soprattutto un esercizio di liberta per il pubblico e attore

«Edipus», assai libera riscrittura della tragedia di Sofocle, è il terzo tassello (dopo «Ableto» e «Macbetto») della Trilogia degli Scarrozzanti, che Giovanni Testori scrisse fra il 1972 e il 1976 su misura della mostruosa capacità attoriale di Franco Parenti.

Tre omaggi palpitanti al teatro (gli scarrozzanti sono gli attori girovaghi della scalcagnata compagnia che al modo della Commedia dell’Arte portano in scena i capolavori Shakespeariani e sofoclei), tre testi di caustica dissacrazione emancipatrice nel decennio del più grande fermento eversivo e rivoluzionario della società italiana, poi infrantosi sugli scogli della funebre e sanguinaria liturgia degli anni di piombo. L’attore patavino Silvio Barbiero, esibitosi al Teatro dei Limoni nell’ambito della stagione «Giallo coraggioso», giunta alla sua quattordicesima edizione (scusate se è poco),arricchisce il trascinante, ilare e amarissimo monologo di Testori (della compagnia degli Scarrozzanti rimane in quest’ultimo atto il solo e ramingo capocomico) di intelligenti ed esilaranti stilemi cabarettistici mutuati dalla stand-up comedy, che gli conquistano immediatamente la simpatia del pubblico (due serate sold-out, in via Giardino; non era scontato).che, lungi dallo sfuggire il destino ed esserne schiantato, lo proclama e rivendica. Felice di avere sodomizzato, evirato ed ucciso il padre tiranno, Edipo si congiunge con la madre come amante soddisfatto, non come mostro incestuoso. E il castigo non è il flagello divino della peste, ma la raffica di mitra del potere. Satira radicale e sanguigna, violentemente avversa all’ordine costituito e alle sue mitologie, libertaria e anticlericale. Ma anche atto d’amore per il teatro. già mezzo secolo fa percepito come a rischio d’estinzione, affidato a un ultimo interprete abbandonato da tutti e irriducibile, saldamente intenzionato a procedere in direzione ostinata contraria (cit.). Un teatro dei reietti, degli ultimi, degli esclusi, cui bastano pochi costumi di scena, un improbabile datore di luci (nella finzione scenica il fratello -ma adottato dell’interprete)e un’indomita voglia di narrare per essere vivo .Gran bella cosa, e gran fortuna avere assistito a uno spettacolo dal testo mirabile, ottimamente reso da un attore brillante e appassionato. Che ha anche ricordato, a noi abitanti lamentosi e pigri della Città Sprofondante, che privilegio sia avere una struttura come quella di via Giardino (e -pensate- non è nemmeno l’unica!) dove rendere omaggio ai numi che, dal Carro di Tespi in poi, proteggono la magia del teatro e la trasferiscono dal passato al futuro (rendere presente è l’esatto significato della parola rappresentazione). ENRICO CORICELLI

Balenando in Burrasca V Edizione – Umani Disumani
Con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Spettacolo Progetti Speciali 2023 Teatro